Tropicana

Tropicana è il succo di frutta numero uno al mondo, leader di mercato negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna. È il 1947 quando Antonio Rossi, un emigrante siciliano, crea in Florida un impianto di pastorizzazione e imbottigliamento di spremuta d’arancia. Negli anni sessanta Tropicana è la prima società a vendere le spremute della Florida oltreoceano.
Tropicana è un brano del Gruppo Italiano. Dopo aver dominato le classifiche dell’estate 1983, anno di uscita, è diventato un brano simbolo dell’estate tout-court, passando alla storia come inno alla leggerezza estiva, ballo di gruppo per eccellenza e immancabile colonna sonora di ogni villaggio turistico. Ma di che cosa parla veramente questa canzone?

Sul palco l’identità della compagnia si sovrappone a quella del Gruppo Italiano, in un cortocircuito tra identità reali e immaginarie, in cui ogni attore sembra fare outing delle proprie debolezze, vigliaccherie e speranze. Lo spettacolo, tra ironia e nonsense, cela il malessere di una generazione senza ideali, una generazione che “esplode” tra balli superficiali, bevendo una bibita dolce.
In un epoca in cui anche l’arte diventa merce, la soluzione può essere la prostituzione dell’artista? come si può andare avanti in un percorso artistico reinventandosi ma mantenendo una propria identità? L’analisi del testo di una canzone, tesa allo svelamento del significato recondito del brano, diventa il pretesto per una lenta immersione negli abissi, alla ricerca del nero che è sempre nascosto dentro un involucro colorato; e del punto di contatto tra quel nero e questo attuale che ci sommerge.

 

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[icons size=’fa-lg’ custom_size=” icon=’fa-pagelines’ type=’normal’ position=” border=’yes’ border_color=” icon_color=’#000000′ background_color=” margin=” icon_animation=” icon_animation_delay=” link=” target=’_self’] Francesco Alberici Premio Ubu 2020-2021 come miglior attore under 35

CREDITS

Un progetto di FRIGOPRODUZIONI
con Francesco Alberici, Salvatore Aronica, Claudia Marsicano, Daniele Turconi
drammaturgia collettiva a cura di Francesco Alberici
scenografia Alessandro Ratti
in collaborazione con Sara Navalesi
disegno luci Daniele Passeri
tecnica Stefano Rolla
produzione Gli Scarti 

MEDIA

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PROSSIME DATE

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CIRCUITAZIONE

28 FEBBRAIO 2018 TEATRO ROSSI – PISA
3 GIUGNO 2018 TEATRO ROSSI – MILANO
12 LUGLIO 2018 FABBRICA EUROPA – FIRENZE
21 LUGLIO 2018 TEATRO ROSSI – PISA
3 GIUGNO 2018 TEATRO ROSSI – MILANO
12 LUGLIO 2018 FABBRICA EUROPA – FIRENZE
28 FEBBRAIO 2018 TEATRO ROSSI – PISA
3 GIUGNO 2018 TEATRO ROSSI – MILANO
12 LUGLIO 2018 FABBRICA EUROPA – FIRENZE
21 LUGLIO 2018 TEATRO ROSSI – PISA
3 GIUGNO 2018 TEATRO ROSSI – MILANO
12 LUGLIO 2018 FABBRICA EUROPA – FIRENZE

PRESS


“Poco a poco si capisce che dietro il pretesto del calypso ballabile c’è un autoritratto di gruppo e domande serie: si può star fuori dal mercato? Si può incidere anche da artisti incompresi? Perché nessuno è andato oltre la superficie del ritornello della canzone che evoca la nota bevanda, non capendo che è una storia drammatica che parla di una eruzione e di gente morta? Frigoproduzioni sono Francesco Alberici, Claudia Marsicano e Daniele Turconi, qui insieme a Salvatore Aronica. Usciti dalla stessa scuola Quellidigrock , dietro l’apparente leggerezza, hanno messo sù un lavoro in cui si raccontano con sincerità e bravura senza guardarsi solo l’ombelico come tanta drammaturgia e post drammaturgia che si vede in giro.
Il fallimento comunicativo di Tropicana è quello di tanti giovani artisti, sospinti tra le ineluttabili dinamiche del successo e l’estro della propria poetica.”

Anna Bandettini – La Repubblica

Sulla sovrapposizione della parabola umana e artistica dei due gruppi si fonda l’intelligente drammaturgia dello spettacolo, che si interroga sulle dinamiche del successo e sugli ingranaggi tritacarne del mercato artistico. La grottesca composizione della canzone-singolo (come accadde, per esempio, che nel testo si decise di inserire il verbo “gremare”?) diventa una fragile cortina dietro la quale riconoscere i dilemmi e le riflessioni della creazione artistica tout court: la scelta di affidarsi a una struttura solida se si è consapevoli di non essere geniali; la ricerca dell’effetto e della semplicità come strada maestra per ottenere il favore del pubblico; la volontà di creare un’opera ‘bella’, ma anche la pressante necessità di venderla. Ed ecco perché, se frugate tra le battute agrodolci del copione, scoprirete che i componenti di Frigoproduzioni sono consapevoli (sorprendentemente, se si tiene conto della loro età anagrafica e artistica) dei limiti e dei punti di forza del loro lavoro.
Ci si può abbandonare al fuoco di fila di nonsense e alle note orecchiabili del calypso, e poi lasciarsi sorprendere dai cortocircuiti che si creano tra il testo della canzone (dove un jingle pubblicitario fa da contrappunto a un’esplosione atomica), le vicende di quella band anni ‘80 dal nome mal scelto, e i rovelli identitari della giovane compagnia sul palco. Ma tra le pieghe dell’apparente leggerezza, emerge anche un quadro generazionale ben poco consolatorio: quello dei trentenni entrati con foga nell’arena dell’auto-realizzazione professionale, applauditi per i primi risultati, e poi immobilizzati dalla paura dei fallimenti e dell’oblio. Chi conosce un poco la storia di Frigoproduzioni, acclamati dopo il loro primo SocialMente e poi attesi al varco del secondo lavoro, riconoscerà facilmente quanta sincerità ci sia in quell’autoritratto che è allo stesso tempo un’istantanea del giovane teatro indipendente italiano e delle sue (spesso crudeli) dinamiche. Dal personale al generazionale, dal generazionale all’universale: è fresco da mandare già il succo di Tropicana, ma difficile non accorgersi di quanto amaro sia il retrogusto.

Maddalena Giovannelli – Stratagemmi

Altre produzioni

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