LIVORE, Mozart e Salieri

LIVORE è un motore che corre dentro l’umano. Istintivo, primitivo, ineluttabile. Frenarlo, contenerlo è impresa impossibile. Abita nel profondo dell’animo e si nutre di quella assoluta solitudine. Una lenta, disperata macerazione interiore pronta a esplodere nel momento più inopportuno.

LIVORE è una scrittura che prende spunto dal mito del Mozart e Salieri e scava nelle ragioni dell’invidia nel mondo contemporaneo. Due attori, uno di talento e senza una lira, l’altro mediocre ma di successo, aiutato nella sua scalata da un fidanzato/agente capace di costruire una rete di rapporti in grado di “valorizzare” la sua incapacità. Poche ore prima di una cena con “la gente che conta” l’attore di talento fa irruzione in casa della coppia dando inizio a un match all’ultimo sangue in cui la finzione dei rapporti umani si troverà a fare i conti con la verità dell’azione scenica. Un campo minato dove la vita trattenuta deflagrerà e le parvenze ostentate si ridurranno in frantumi.

Con questo lavoro riflettiamo sul livore con cui denti non afferrano il pane che altri livorosi non sanno di avere, su come la ricerca del merito e del prestigio non sia la sola chance per la riconoscenza e su come a volte, dietro l’invidia, possa nascondersi la meraviglia dell’adorazione.

“Ogni volta che un mio amico ottiene un successo, una piccola parte di me muore.”
Gore Vidal

CREDITS

spettacolo di VicoQuartoMazzini
con Michele Altamura, Francesco D’Amore, Gabriele Paolocà
drammaturgia Francesco D’Amore
regia Michele Altamura e Gabriele Paolocà
scene Enrico Corona, Alessandro Ratti
light design Daniele Passeri
tecnica Stefano Rolla

ufficio stampa Maddalena Peluso
produzione VicoQuartoMazzini, Gli Scarti, Festival delle Colline Torinesi
con il sostegno di Armunia e Teatri associati di Napoli/C.Re.A.Re Campania

MEDIA

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PRESS

Si vorrebbe quasi esplodere in un gioioso «finalmente!» di fronte al dipanarsi della vicenda di Livore, e al suo irridere la liturgia della retorica con cui ognuno di noi è solito omaggiare il teatro: come se questo sia soltanto il luogo degli abbracci e giammai l’arena di Eva contro Eva, l’agone all’interno del quale lobby, potentati e cani sciolti si fronteggiano

Alessandro Iachino (Stratagemmi)

Un testo che apparecchia uno scenario pinteriano nella preparazione di una cena che dovrebbe facilitare rapporti e scritture attoriali per prossime fiction televisive. Scorrevole e leggera all’apparenza, la commedia diventa un saggio su debolezze e veleni che governano il mondo”

Gianfranco Capitta (Il manifesto)

La velenosa rivalità è un falso storico, ma il rancore resta e dà aFrancesco D’Amore l’occasione mettere sulla carta una storia, che ne conserva i nomi: Antonio e Amedeo. Una vicenda essenziale, dinamica, tramata di mistero. Come aveva fatto Puškin. Come avevano fatto Peter Shaffer e poi Milos Forman in Amadeus. Nello spettacolo che ha debuttato a Prato, la regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà colora il lutto del Requiem mozartiano con la tinta livida delle barbabietole.

Roberto Canziani (Hystrio)

Sia dato onore alle compagnie teatrali che cercano di non perdereil contatto con la tradizione, in nome di una innovazione a volte modaiola, utile più alla mostra di sé che al dibattito contemporaneo. È questa una caratteristica che la compagnia VicoQuartoMazzini, fondata nel 2007 da Michele Altamura eGabriele Paolocà, ha sempre portato con sé in ogni progetto, mossa da un amore per il teatro di prosa visto, partecipato, agito nelle compagnie da cui trarre un testimone epocale, da cui assimilare caratteri ed emozioni da condividere.

Simone Nebbia (Teatro e Critica)

È facile riconoscere, per il nome e l’atteggiamento, Salieri in Antonio e Amadeus in Amedeo. Il ribaltamento del palcoscenico vuole, però, che nella serie tv che devono girare i ruoli siano invertiti. L’arte è la scoperta dentro di sé dell’altro. Essere è crederci. Ma non è ancora abbastanza. Francesco d’Amore ha scritto il copione durante il lockdown: l’invidia brandita in scena ha la medesima natura sistemica del Coronavirus.

Matteo Brighenti (Doppiozero)

Altre produzioni

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